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“Un sistema obbligatorio di etichettatura per indicare l’origine del prodotto”. Lo aveva chiesto Confagricoltura al tavolo suinicolo convocato di recente a Brescia dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ma, come sottolinea Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione nazionale di prodotto – “la proposta non è per il momento stata accolta. Eppure servirebbe a rendere più facilmente riconoscibile il prodotto italiano, così come è stato invece stabilito per il latte e i prodotti derivati”.
“Abbiamo ottenuto la proroga di un anno – spiega il rappresentante di Confagricoltura – all’aumento della compensazione Iva e la moratoria sui crediti. Abbiamo però sollecitato per quest’ultima misura anticrisi una maggiore flessibilità nella sua applicazione dal momento che abbiamo osservato alcuni difetti nell’utilizzo della moratoria già concessa in un altro settore in difficoltà, che è quello dei bovini”.
Il ministro Martina, come ha ricordato sempre Parmigiani, ha espresso inoltre l’intenzione di voler creare un regime di qualità a sostegno del comparto suinicolo. Si dovrebbe trattare di un sistema di qualità certificato dal ministero delle Politiche agricole. Tocca ora agli allevatori di suini riunirsi e sottoporre velocemente al ministero una proposta di disciplinare di produzione che dovrà essere molto snello. Questo sistema di qualità dovrebbe essere riportato in etichetta. Secondo Confagricoltura dovrebbe indicare non solo che il suino è allevato e macellato in Italia, ma anche che è nato nel nostro Paese”.
Questa soluzione potrebbe così rivitalizzare la suinicoltura con i suoi prezzi di vendita ormai “strutturalmente” bassi da anni (seppur con fasi altalenanti), assieme alla nuova misura annunciata, una campagna di rilancio dei consumi di carne suina italiana, aggiunge ancora il rappresentante di Confagricoltura, che il ministero si è impegnato a realizzare e sostenere.