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"Aspettiamo di essere convocati per parlare perché non siamo mai stati coinvolti – rilancia Sanna – anche se non siamo specializzati in materia urbanistica, abbiamo tante esigenze di chiarimenti perché questa normativa più che migliorare la situazione potrebbe complicarla notevolmente".
LE CRITICITÀ. Secondo Sanna "si stanno evidenziando gravi carenze sull’iter autorizzativo – dice – ci saremmo aspettati una semplificazione da parte della legge ma sembra non sia così per via di veti incrociati contenuti nelle norme sulle aree rurali che complicheranno ulteriormente le attività agricole – precisa – giusto dare una regolata al Far West aperto nei piani urbanistici comunali che rendevano troppo differenti le norme da Comune a Comune, ma si sta lasciando troppo spazio all’interpretazione dei funzionari e per questo ci aspettiamo dei conflitti". Per il presidente di Confagricoltura "è giusta la scelta di riservare l’edificazione delle abitazioni in agro a chi lavora, ma misurare i metri quadri in base a certi parametri, come i figli, ci paiono limitazioni che non hanno senso".
PARAMETRI TROPPO STRINGENTI IN ZOOTECNIA. "Sulla zootecnia i parametri sono veramente stringenti e non rispondenti alle reali esigenze degli allevatori – spiega – in particolare sulla costruzione dei fabbricati utili alla propria attività, le norme del benessere animale indicano 8 metri quadri come soglia minima per poter ottenere i finanziamenti e contributi, ma la legge Urbanistica impone come soglia massima proprio gli 8 metri quadri: come pensano si possa operare? – conclude Sanna – nessuno vuole costruire edifici faraonici ma mi pare che siamo sulla strada sbagliata e per questo ci aspettiamo, prima della votazione in Consiglio, che l’amministrazione ci convochi ulteriormente per fare il punto della situazione".
REPLICA ERRIU. Alle richieste del presidente di Confagricoltura risponde dai banchi della tavola rotonda l’assessore Erriu. "Si può ragionare sui parametri e sui numeri ma era necessario stabilire delle regole e delle norme certe anche in agricoltura – spiega – nelle zone agricole si possono fare interventi ma devono essere funzionali all’attività e a chi vive effettivamente nelle campagne". Per Erriu "è vero che ci sono stati errori materiali sulle percentuali e i metri quadri nei campi, ma sono stati prontamente corretti e chiariti – dice – la casa si può fare anche in zona agricola ma deve essere di chi realmente svolge la propria attività nell’area". Secondo Erriu "con la nuova normativa sono introdotti i parametri del lotto minimo funzionale che rimandano alla necessità di capire che tipo di agricoltura si può fare nel territorio. In base alla tipologia di coltura si possono avere delle percentuali differenti e così, se devo fare una costruzione per attività agroindustriale come un caseificio, devo farla in un luogo deputato a questo e i volumi devono essere contestualizzati a quella attività – conclude Erriu – possiamo ragionare sulle caratteristiche minime, sui tempi e sulla quantità dei parametro ma era necessaria una valutazione oggettiva".