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“L’agroalimentare italiano avrebbe molto da perdere nell’eventualità di una ‘guerra commerciale’, assolutamente da evitare, tra Unione europea e Stati Uniti. La trattativa che sta per partire deve servire ad allentare le tensioni già in atto e a tracciare le linee per un accordo duraturo”.
Il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato la decisione assunta oggi dal Consiglio UE di affidare il mandato alla Commissione per una trattativa commerciale con gli USA, già prevista nella dichiarazione concordata nell’incontro tra i presidenti Trump e Juncker nel luglio scorso alla Casa Bianca.
“Le difficoltà non mancano – ha riconosciuto Giansanti – vista la diversità delle posizioni di partenza, ma una situazione di stallo farebbe solo salire le tensioni. Il dialogo deve essere concretamente avviato, anche per tentare di riaprire la strada verso un accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), che per l’agroalimentare italiano potrebbe dare risultati sensibilmente superiori a quelli maturati con il CETA (Accordo di libero scambio UE- Canada)”.
Per l’Unione europea i prodotti agricoli devono restare fuori dal negoziato bilaterale. Per gli USA, al contrario, la discussione deve anche riguardare i dazi e le barriere non tariffarie che, dal punto di vista dell’amministrazione di Washington, ostacolano le esportazioni americane di settore sul mercato dell’Unione.
Confagricoltura ricorda che negli USA è destinato circa il 10% delle esportazioni complessive dell’agroalimentare italiano, per un valore di 4,2 miliardi di euro nel 2018. Da sole le esportazioni di vini ammontano a 1,5 miliardi. Di rilievo anche l’export di pasta, formaggi e olio d’oliva.
Confagricoltura ricorda, inoltre, che – in applicazione della dichiarazione bilaterale congiunta del luglio scorso – gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore di semi di soia del mercato UE, con un aumento delle importazioni da Oltreoceano del 112% nel secondo semestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Inoltre, è in via di perfezionamento la procedura per aumentare e stabilizzare a 35 mila tonnellate le importazioni agevolate dagli USA di carni bovine di qualità non trattate con ormoni.