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Sebbene l’Italia si confermi, nel 2018, uno dei principali Paesi agricoli dell’Unione europea, al primo posto per valore aggiunto al costo dei fattori di produzione agricola e unità di lavoro annue (ULA) occupate a tempo pieno, per valore aggiunto prodotto da ciascuna unità di lavoro si colloca all’ultimo posto.
E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto del centro Studi Confagricoltura sui “Redditi da lavoro agricolo 2018”, che evidenzia un quadro di sostanziale diseconomia dell’agricoltura italiana. Tra le cause l’eccessiva frammentazione aziendale rispetto ai Paesi concorrenti e la quota rilevante di microimprese agricole che, pur destinando al mercato una parte rilevante del proprio prodotto, sono gestite ricorrendo prevalentemente o esclusivamente a manodopera familiare impegnata part time, che quindi ha altre fonti di reddito.
E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto del centro Studi Confagricoltura sui “Redditi da lavoro agricolo 2018”, che evidenzia un quadro di sostanziale diseconomia dell’agricoltura italiana. Tra le cause l’eccessiva frammentazione aziendale rispetto ai Paesi concorrenti e la quota rilevante di microimprese agricole che, pur destinando al mercato una parte rilevante del proprio prodotto, sono gestite ricorrendo prevalentemente o esclusivamente a manodopera familiare impegnata part time, che quindi ha altre fonti di reddito.