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L’Unione europea è sempre leader mondiale nell’esportazione di prodotti agroalimentari con 138 mld di euro nel 2018. I primi mercati rimangono gli Stati Uniti, la Cina, la Svizzera, il Giappone e la Russia che rappresentano il 40 % delle esportazioni Ue. Sono i dati che emergono da una relazione pubblicata il 5 settembre dalla Commissione europea e dedicata all’andamento degli scambi commerciali della Ue.
I prodotti agroalimentari valgono il 7% del dell’export Ue nel 2018 e si collocano al quarto posto dopo i macchinari, altri beni manifatturieri e i prodotti chimici.
Complessivamente l’agricoltura, le industrie e i servizi connessi ai prodotti alimentari creano circa 44 milioni di posti di lavoro nella Ue. La catena di produzione e di trasformazione alimentare rappresenta il 7,5 % dei posti di lavoro e il 3,7 % del valore aggiunto totale della Ue.
“Gli standard dei prodotti della Ue in termini di sicurezza alimentare, qualità e sostenibilità ambientale sono sempre di più una carta vincente sui mercati internazionali”, ha commentato il commissario uscente all’Agricoltura, Phil Hogan, ricordando l’importanza degli accordi commerciali bilaterali e i risultati ottenuti grazie alle ultime intese entrate in vigore (Canada e Giappone).
I vini e i vermouth sono ancora in cima alla lista dei prodotti esportati, mentre i liquori e le altre bevande alcoliche sono al secondo posto. Seguono i prodotti alimentari e varie preparazioni alimentari per la prima infanzia, cioccolato, pasta e pasticceria.
Per quanto riguarda le importazioni, la Ue è diventata il secondo principale importatore mondiale di prodotti agroalimentari, con 116 miliardi di euro di spesa. La bilancia commerciale dell’Unione, per il settore ha raggiunto un saldo positivo di 22 miliardi di euro netti nel 2018.
La Ue importa soprattutto frutta tropicale, caffè e frutta fresca o secca (pari al 23,4 % delle importazioni nel 2018), prodotti per l’alimentazione zootecnica (compresi i pannelli di semi oleosi e i semi di soia, che costituiscono insieme il 10,8 % delle importazioni) e prodotti utilizzati come ingredienti in fasi successive di trasformazione (come l’olio di palma).
Nel 2018 le importazioni dagli Stati Uniti hanno registrato la crescita più rapida, con un aumento del 10%, collocando il Paese in cima alla classifica dei fornitori di prodotti agroalimentari della Ue. (F.B.)