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 Cagliari, 7 novembre 2019 – La Regione si attivi per attenuare i problemi derivanti dall’impatto crescente della fauna selvatica sulle produzioni agricole e ittiche, soprattutto attraverso la predisposizione tempestiva dei piani di gestione e controllo delle specie più dannose come cornacchie e cormorani. Lo chiede Confagricoltura Sardegna, che sollecita un maggior coinvolgimento del mondo agricolo e ritiene “non più rinviabile” la soluzione di un problema diventato emergenza in tutta Italia.

 La normativa nazionale – sottolinea l’organizzazione agricola – è ormai superata: limita di fatto il ruolo degli agricoltori nella gestione della fauna selvatica e delega alle Regioni gli interventi correttivi, coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E proprio oggi, con una manifestazione davanti a Montecitorio, Confagricoltura nazionale ha chiesto una più decisa azione del governo per quanto riguarda la dilagante presenza dei cinghiali anche nelle zone urbane e il crescente impatto della fauna selvatica sulle colture, sul territorio e, in molti casi, sulla sicurezza dei cittadini.

 In Sardegna oltre ai problemi legati ai cinghiali, che interessano areali specifici, destano preoccupazione soprattutto le cornacchie e i cormorani. Per quanto riguarda le prime, Confagricoltura isolana chiede agli assessorati dell’Agricoltura e della Difesa dell’ambiente la predisposizione di piani di controllo che prevedano un’efficace azione di cattura dei volatili e possano essere inviati quanto prima all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per la valutazione tecnica, in modo che siano operativi all’inizio della prossima primavera. Invece, per i cormorani, particolarmente dannosi negli stagni e nelle zone costiere, è fondamentale, sempre attraverso il confronto con l’Ispra, l’attuazione di una riduzione selettiva della popolazione e di misure di prevenzione che scongiurino la nascita di colonie.

 Confagricoltura Sardegna ribadisce che il mondo agricolo è pronto a dare il suo contributo, anche mediante l’uso dei coadiutori, importanti per il monitoraggio e il raggiungimento dell’obiettivo di riequilibrare la densità animale del territorio. È fondamentale però che la Regione prima di tutto garantisca le risorse per la necessaria formazione e il rimborso spese per i coadiutori e poi velocizzi le procedure per il ristoro dei danni subiti dagli imprenditori a causa della fauna selvatica.