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La Sardegna potrà riprendere, con sei mesi d’anticipo, la movimentazione dei capi bovini, ovini e caprini sul territorio nazionale, senza limitazioni.
Nel 2018, la comparsa del sieriotipo BTV3, l’unico sierotipo per cui non esiste un vaccino, nell’area sud-occidentale dell’Isola aveva comportato limitazioni stringenti in un’area di 150 chilometri dalle zone interessate dal focolaio, introducendo l’obbligo dei prelievi e test Pcr sugli animali destinati alla movimentazione.
Il Ministero della Salute valutati i favorevoli dati della sorveglianza epidemiologica relativi alla circolazione del sierotipo BTV3 e non essendo state riscontrate sieroconversioni nel territorio regionale dal novembre 2018, a parte alcuni Comuni dell’estremo sud dell’isola, equipara la maggior parte del territorio sardo in restrizione per BTV3, al resto del territorio nazionale liberandolo dalle procedure restrittive per la movimentazione dei capi. Al momento le restrizioni rimarranno circoscritte ai soli territori dei Comuni del Sulcis interessati dai primi focolai: Pertanto l’esecuzione dell’analisi PCR sui capi da movimentare, sono da applicarsi ai capi provenienti solo dai Comuni (Giba, Piscinas, Teulada, Sant’Anna Arresi, San Giovanni Suergiu, Santadi).
Le restrizioni imposte sarebbero dovute durare due anni, per essere poi sottoposte a revisione. Se la situazione epidemiologica dovesse confermarsi quella corrente, allo scadere dei due anni e due stagioni vettoriali il Ministero procederà a presentare alla UE richiesta ufficiale di stralcio dall’elenco dei territori sottoposti a restrizione per Blue tongue.