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Prosegue la diminuzione delle esportazioni agroalimentari dell’Unione europea. Nei primi due mesi di quest’anno – evidenzia Confagricoltura sulla base dei dati diffusi dalla Commissione UE – si sono attestate a 28,5 miliardi di euro, il 6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2020.
“Il dato più preoccupante – rileva il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – è che la contrazione delle vendite ha riguardato soprattutto Regno Unito e Stati Uniti, che sono due importanti mercati di sbocco per il Made in Italy agroalimentare”.
Complessivamente le esportazioni europee sono diminuite di circa 1,4 miliardi di euro nel periodo considerato.
“Con ogni probabilità la situazione sul mercato statunitense è destinata a migliorare – sottolinea Giansanti – per il superamento dell’emergenza sanitaria e per la sospensione dei dazi applicati nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. La ripresa del dialogo e della cooperazione sulle questioni del commercio estero lascia sperare che sarà raggiunta entro luglio una soluzione definitiva”.
“Per il mercato del Regno Unito, invece, le prospettive non sono incoraggianti. L’uscita dalla UE ha determinato l’aumento degli oneri amministrativi e, di conseguenza, il costo delle spedizioni. Inoltre, salgono le tensioni tra Bruxelles e Londra sul protocollo relativo ai confini tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord”.
Confagricoltura ricorda che l’Irlanda del Nord continua ad applicare le regole della UE e il governo di Londra si è impegnato ad effettuare i controlli di conformità sulle merci in transito dalla Gran Bretagna. L’avvio dei controlli è stato rinviato e il Regno Unito ha chiesto di rivedere l’intesa perché ritenuta insostenibile a lungo termine, in primo luogo per il settore agroalimentare.
“Senza i controlli concordati rischiano di arrivare sul mercato unico, provenienti dall’Irlanda del Nord, prodotti non conformi alle norme europee in materia di standard produttivi e sicurezza alimentare. E’ un rischio che non possiamo correre” – aggiunge il presidente di Confagricoltura.
“L’intesa sul recesso del Regno Unito, approvata anche a livello parlamentare, non può essere riaperta. Per risolvere il problema basterebbe l’allineamento da parte britannica alle regole della UE, che sono tra le migliori e più sicure su scala mondiale. E’ una soluzione che avrebbe anche il sostegno degli agricoltori del Regno Unito” – conclude Giansanti.