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“Le aziende agricole delle aree periurbane possono svolgere un ruolo importante nella realizzazione della Smart City, in nome di un nuovo rapporto città-campagna basato sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio, sull’offerta di natura e tempo libero, sull’ incontro tra domanda e offerta e sullo sviluppo di nuovo modello di welfare.” E’ questa la tesi di Confagricoltura illustrata dal vicepresidente Ezio Veggia, nel corso del suo intervento agli Stati generali della Green Economy, nella sessione “L’agroalimentare di qualità ecologica nelle cinture verdi urbane: verso Expo 2015”.
Veggia ha ricordato che nelle cinture periurbane esiste una situazione estremamente variegata caratterizzata generalmente dalla presenza di un’agricoltura professionale e specializzata, multifunzionale e di numerosi distretti agroindustriali. Tante però sono le potenzialità ambientali, economiche e sociali che le aziende agricole hanno in queste aree.
“L’agricoltura – ha detto il vicepresidente della Confagricoltura – è tra i principali attori della conservazione del paesaggio e del territorio rurale e contribuisce a contrastare il consumo di suolo agricolo, contenendo anche le espansioni urbane a carattere sia residenziale sia artigianale/industriale”.
Oltre a quella ambientale, va considerata, anche, la valenza economica delle aziende che svolgono la loro attività nelle aree periurbane, che possono cogliere l’opportunità di un mercato vicino, in cui collocare prodotti agricoli, sfruttando i vantaggi offerti da una filiera corta, che permette una riduzione significativa di passaggi commerciali.
“Ciò non significa – ha detto Veggia – che queste aziende debbano guardare solo al vicino mercato della città. Molte esportano sui mercati nazionale ed internazionali, producono reddito e occupazione e portano il proprio territorio in giro per il mondo, valorizzandolo. Sono aziende che hanno scelto di investire in sostenibilità, come strumento competitivo, non solo producendo biologico, ma soprattutto innovando i loro sistemi di produzione agricola, diminuendo l’uso dell’acqua, dei fertilizzanti e dei fitofarmaci”.
Un contributo determinante dell’agricoltura alla Smart City viene dalla produzione di energia verde e dalle attività rivolte al sociale e al territorio, creando nuove opportunità non solo in ambito agricolo, ma anche ricreativo, ristorativo e dell’accoglienza.
“E’ soprattutto tramite le aziende agricole – ha spiegato il vicepresidente di Confagricoltura – che si è riusciti a raggiungere l’obiettivo della generazione distribuita attraverso la produzione di energia elettrica e termica. E molto importante è anche il biometano, che costituisce un’ulteriore opportunità di sviluppo che potrà favorire il miglioramento della qualità dell’aria delle città anche attraverso il rifornimento delle flotte pubbliche”.
Veggia si è quindi soffermato sul ruolo sociale delle aziende agricole periurbane, che ha grandi potenzialità e che è direttamente legato alla fornitura di servizi educativi (fattorie didattiche, agrinidi) o di terapia, riabilitazione e reinserimento lavorativo per le fasce più svantaggiate e vulnerabili della società, che spesso suppliscono alla crisi dei sistemi tradizionali di assistenza sociale, operando in collaborazione con le istituzioni socio sanitarie competenti nel territorio.
“Questa è l’agricoltura periurbana – ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura – . Circoscriverla alla realizzazione degli orti urbani, utili in progetti di rinverdimento o di riqualificazione di aree degradate dal punto di vista urbanistico e sociale, ma non certo ai fini dell’autosufficienza e l’autoconsumo, è senza dubbio una limitazione”.