Categories: Archivio, Pol. Agricole

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A conclusione del lavoro svolto in sede di Conferenza Stato Regioni, che si è tenuta il 13 novembre 2014 in cui non è stato trovato un accordo su alcuni punti dello schema di decreto sull’utilizzazione agronomica degli effluenti d’allevamento, delle acque reflue e del digestato, si è deciso di rinviare l’approvazione del DM effluenti.
 
Al fine di risolvere le questioni rimaste in sospeso, l’esame del DM proseguirà in una prossima riunione del Comitato tecnico permanente di coordinamento in materia di Agricoltura, in cui parteciperà anche il Ministero dell’Ambiente e la Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni. 

Diversi i punti su cui non si è trovata una intesa.

In merito alla questione più delicata per quanto riguarda gli impianti a biogas, e cioè l’introduzione di una soglia del 30% alle coltivazioni agrarie contenute nel digestato, grazie all’intervento di Confagricoltura si è riusciti ad evitare una proposta ancora più penalizzante, cioè l’inserimento di un limite del 30% per tutti gli impianti.

 L’inserimento di un limite del 30% alle coltivazioni dedicate che possono essere presenti nel digestato, anche se solo per gli impianti autorizzati dopo l’entrata in vigore del DM effluenti, costituirebbe un precedente inaccettabile per lo sviluppo futuro del biometano, ma soprattutto una minaccia vagante anche per gli impianti già in esercizio. Tale proposta ha molti aspetti negativi:

·       – si creerebbe una difformità di trattamento tra materiali vegetali; coltivazioni agrarie e sottoprodotti senza alcun elemento scientifico;

·        – il digestato con coltivazioni superiori al 30% verrebbe classificato come rifiuto andando contro l’art. 185 del d.lgs. 152/06;

·       – si verrebbe a limitare l’utilizzo del digestato nei terreni agricoli italiani che sono carenti di sostanza organica;

·       – si configurerebbe come norma retroattiva mettendo in difficoltà tutti gli impianti autorizzati regolarmente con le modalità del DM 6 luglio 2012 che hanno optato per l’incentivo produzioni biologiche;

·       – molti impianti sarebbero costretti a chiudere con conseguente fallimento delle imprese agricole;

·        – si verrebbe a bloccare lo sviluppo del biometano soprattutto nel centro sud che potrebbe divenire una opportunità per le aree marginali.