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Bene indagare sul possibile squilibrio contrattuale tra allevatori ed industria del latte; è essenziale verificare come avviene la formazione dei prezzi e quali siano i ‘pesi’ nei rapporti all’interno della filiera. Diamo immediata disponibilità a collaborare a far chiarezza e confidiamo che l’indagine parta quanto prima e consenta di tarare ancora meglio le prime misure di urgenza che già sono state previste dal Governo la scorsa settimana”. È questo il commento di Agrinsieme in relazione alla decisione dell’Autorità Garante del Commercio e del Mercato di avviare un’indagine generale sui meccanismi di formazione del prezzo e sulle relazioni tra gli operatori della filiera lattiero casearia nazionale.
“L’indagine dell’Antitrust – prosegue Agrinsieme – sarà utile per i provvedimenti in materia di relazioni commerciali (il cosiddetto “articolo 62” del DL n. 1/2012), nonché per il meccanismo di indicizzazione dei prezzi, che auspichiamo sia quanto prima concretizzato con modalità chiare ed efficaci, in maniera da potere davvero consentire una correlazione tra i prezzi riconosciuti agli allevamenti e quelli della vendita finale in un’ottica di mutuo vantaggio per la filiera e per i consumatori”.
Agrinsieme cita quindi un passaggio del provvedimento dell’Antitrust in cui si sottolinea che “sembra assumere rilievo anche il basso livello di concentrazione strutturale dell’offerta di materia prima, che potrebbe generare uno squilibrio del potere di negoziazione nell’ambito delle relazioni commerciali tra agricoltori e latterie”. Sollecita una verifica da parte dell’Autorità Garante proprio su tale squilibrio. “A nostro avviso – osserva il Coordinamento di Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – è così evidente da configurare un vero e proprio abuso di posizione dominante da parte degli acquirenti del latte prodotto in Italia. Lo testimoniamo le lettere ricevute dai nostri allevatori, subito dopo la soppressione delle quote, con le quali si pretende un allineamento al ribasso del prezzo di acquisto in base alle condizioni del mercato europeo che ha ben altri parametri di riferimento in termini di costi e di competitività”.
Agrinsieme pone in evidenza come il prezzo del latte alla stalla in Lombardia (la regione che rappresenta il 40% della produzione nazionale di latte), in base ai dati del Comune di Milano, fosse di 42 euro/100 litri a gennaio 2014, per poi stabilizzarsi a 44,5 a giugno 2014. Approssimandosi la data della cessazione del regime delle quote latte gli acquirenti hanno avviato una politica di riduzione del prezzo per il latte conferito che lo ha portato a 38 euro/100 litri a dicembre scorso. La progressiva caduta delle quotazioni si è registrata anche nel primo trimestre 2015 (37 euro/100 litri a gennaio, 36,5 a febbraio-marzo). Mentre il prezzo al consumo – che era 137 euro euro/100 litri a gennaio 2014 – a gennaio 2015 si è attestato a 149 euro/100 litri.
“In questa fase cruciale – conclude Agrinsieme – tra soppressione del regime delle quote latte (che al di là delle anomalie di applicazione tutte italiane, garantiva equilibrio e stabilità di mercato a beneficio dei redditi degli allevatori) e maggiore concorrenza globale, non è assolutamente accettabile un allentamento delle garanzie di prezzo e di mercato a svantaggio dei produttori”.