Condividi
Condividi
“Il settore lattiero caseario, così come tutta la zootecnia italiana, ha bisogno di interventi specifici che ne permettano il sostegno ed il rilancio. Valutiamo positivamente il piano presentato dal ministro Martina che, accogliendo le nostre sollecitazioni, viene incontro alle necessità dei produttori”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo al ‘Tavolo della Filiera Latte’, convocato ieri sera dal ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina.
“Le misure previste dovranno essere incentrate – ha aggiunto Guidi – a sostegno delle imprese che fanno la produzione nazionale e di quelle che hanno scelto la strada dell’aggregazione, per affrontare con più forza il mercato, evitando la dispersione delle risorse disponibili”.
Il piano ha previsto, opportunamente, l’avvio dell’interprofessione del settore lattiero caseario che Confagricoltura ha chiesto di aprire anche alla GDO.
Confagricoltura ha poi sollecitato a proseguire il coordinamento tra i vari ministeri competenti per superare le difficoltà doganali per l’esportazione dei prodotti. “Penso – ha spiegato Guidi – ad una attività interministeriale per le imprese finalizzata a risolvere le varie problematiche relative alle esportazioni e azioni mirate per una rapida apertura di nuovi mercati con campagne promozionali ad hoc”.
Tra le misure indicate, ad avviso di Confagricoltura, sono importanti quelle dirette ad attivare piani di promozione nel nostro Paese del consumo di latte fresco e all’estero dei prodotti lattiero caseari made in Italy. “Va valutata ora – ha osservato Guidi – la proposta di dar vita ad un apposito ‘consorzio per le esportazioni’ e di avviare comunque opportune iniziative, tramite l’ICE, per favorire l’incoming di operatori esteri ed incontri B2B”.
Per quanto riguarda il sostegno agli impianti di biometano delle aziende zootecniche, occorre completare il quadro legislativo di riferimento e stabilizzare il regime fiscale per il settore del biogas.
Confagricoltura ha ricordato come negli ultimi dieci anni la struttura degli allevamenti da latte italiani si sia modificata con una crescente razionalizzazione e concentrazione delle produzioni. Oggi sono quasi il 20% gli allevamenti che producono oltre le 500 ton/anno; 10 anni fa erano solo l’11%. “Dobbiamo sostenere questo processo puntando – ha sostenuto ancora Guidi – sulle imprese più competitive in grado di competere sul mercato con misure di accompagnamento che consentano di superare la difficile congiuntura,’marcata’ anche dalla soppressione del regime delle quote latte”.
Dal 2005 il numero delle aziende di produzione si è ridotta di 18 mila unità interessando principalmente le piccole imprese che, pur costituendo numericamente il 50% delle imprese nazionali, realizzano solo il 6% della produzione nazionale. Quindi, il 94% della produzione è fornita per un 23% dalle medie imprese e per il 71% dalle grosse imprese, pur rappresentando quest’ultime 1/5 del numero totale.
“Nodo da sciogliere – ha concluso il presidente di Confagricoltura – è quello della creazione dell’indice nazionale del prezzo del latte che possa fornire una maggiore trasparenza di mercato ed orientare la contrattazione tra le parti. Ma gli industriali devono pronunciarsi con chiarezza se sono d’accordo ad individuare lo strumento condiviso dell’indicizzazione che, in un’ottica di filiera, deve fare da riferimento per il mercato”.